venerdì 28 dicembre 2007

Maradona il re........dell'esecrabile



Un tempo le sue giocate non ricevevano che applausi, da sostenitori e avversari. Da quando non è piu' un calciatore, il destino del Pibe è diventato
quello di dividere. E ieri le parole di Diego Maradona che, nei giorni scorsi, aveva inneggiato al popolo iraniano e al presidente Mahmoud Ahmadinejad, inviandogli anche una sua maglia autografata ed esprimendo

il “desiderio di conoscerlo personalmente”, hanno provocato la sdegnata reazione da parte della comunità ebraica argentina.
" Sono con gli iraniani con tutto il mio cuore. Lo dico perchè lo sento: sto dalla parte del popolo iraniano - aveva detto Maradona, al termine di un incontro in cui aveva ricevuto in dono un tappeto persiano dal
Mohsen Baharvand, addetto commerciale dell'aambasciata di Teheran nel suo paese -. Agli iraniani mando un saluto affettuoso. Conosco già bene Fidel Castro e Chavez, ora mi manca di conoscere solo Ahmadinejad».

L'ex fuoriclasse del Napoli aveva poi consegnato al funzionario
iraniano una maglia per il Presidente che in passato ha avuto modo di distinguersi per aver negato l'olocausto ed aver auspicato la distruzione dellostato d'Israele: ora quella maglia verrà collocata in un museo di Teheran. Oggi l'Agenzia giudaicanazionale argentina ha fatto sapere di ritenere Maradona «il re di tutto ciò che c'è di piu' esecrabile», e ha fatto sapere che chiederà immediatamente provvedimenti a carico dell'ex calciatore definitosi da tempo nemico giurato del presidente Usa George W. Bush, e che, per questo, si schiera sempre dalla parte di coloro che vengono ritenuti avversari della Casa Bianca. Secondo la comunità ebraica argentina, infine, Maradona è anche «il servo sciocco di Chavez ed una personacon un'attitudine scandalosa»

giovedì 20 dicembre 2007

Preservativi made in Cina

Che Napoli sia il crocevia della contraffazione di tutti i tipi di prodotti non è certo una novità. Ma finora l’industria del falso aveva puntato su jeans, giubbotti, occhiali, giocattoli e alimentari. Da ieri, però, anche i preservativi sono entrati nella top ten della merce «made in China» venduta come prodotto doc italiano. I finanzieri del comando provinciale e i funzionari della circoscrizione doganale di Napoli hanno bloccato due container provenienti dall’Estremo oriente: all’interno tre milioni di profilattici sulla cui confezione c’era un’indicazione falsa. Risultavano prodotti in Italia, ma erano stati fabbricati in Cina. Accertare la contraffazione non è stato facile: le fiamme gialle hanno dovuto interpellare tecnici ed esperti del ministero della Salute che hanno confermato la non conformità delle indicazioni riportate sulle confezioni. Una volta stabilito che non si trattava di profilattici doc, i finanzieri hanno anche scoperto a chi fossero destinati: a un cittadino italiano, abitante in provincia di Napoli che, se fosse riuscito a realizzare il colpo, avrebbe incassato più di qualche milione di euro.

sabato 8 dicembre 2007

giovedì 6 dicembre 2007

Il cimitero degli orrori

Agivano nel cuore della notte, lontano da occhi indiscreti. E nel frattempo, decine e decine di parenti dei defunti pregavano sulle tombe vuote o appartenenti ad altri defunti. Un sospetto, la denuncia e un'inchiesta, coordinata dal pm Maria Cristina Ribera e condotta dai carabinieri della compagnia di Giugliano, che ha svelato quanto accadeva nel cimitero di Qualiano: salme profanate, abbandonate per liberare loculi a favore di altri, lapidi di defunti rivendute per un prezzo che oscillava dai 600 ai 1000 euro, smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali. Uno scenario di orrore, testimoniato dai capi d'imputazione - violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere- di cui rispondono il custode del cimitero, Saverio D’Alterio e l’interratore Giuseppe Perfetto. Arrestato anche il titolare della ditta “Marta”, Benedetto Brancaccio,che aveva in appalto l’illuminazione del cimitero e che risponde di frode ai danni del Comune di Qualiano.
Un terzetto che - secondo il pm Ribera - agiva con la complicità di due dipendenti del Comune di Qualiano: un addetto all’igiene e alla sanità e un geometra dell’ufficio tecnico. I due, indagati a piede libero, sarebbero responsabili dei mancati controlli da parte del Comune sulle attività illecite che avevano luogo nel cimitero. Attraverso appostamenti ed intercettazioni telefoniche e ambientali, i carabinieri della compagnia di Giugliano, coordinati dal capitano Alessandro Andrei, hanno scoperto che il custode e l'interratore del cimitero lasciavano le bare aperte per accelerare il processo di“mineralizzazione delle salme”, e quindi liberare con rapidità spazi da rivendere. Ma tra le accuse rivolte a D’Alterio e Perfetto c'è anche quella di smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali. I due, infatti, avevano trovato anche un modo per ripulire gratis le bare dai liquidi residui dell’estumulazione, accantonandole in posizione capovolta in prossimità dei tombini che convogliano le acque piovane. Numerose e diversificate le fonti di guadagno per gli arrestati. Oltre alle lapidi dalle quali veniva cancellato il vecchio nome e inciso quello nuovo, il titolare della ditta “Marta”, Benedetto Biancaccio, non avrebbe versato al Comune le percentuali di incasso sul servizio appaltato di illuminazione (una somma cheammonterebbe a circa 40 milaeuro) nè tantomeno avrebbe eseguito i lavori di ammodernamento e messa a norma dell’impianto elettrico per i quali era prevista una spesa di 180 mila euro. Nelle abitazioni del custode del cimitero e di uno dei dipendenti comunali indagati, inoltre, sono state i trovate ingenti somme di denaro e assegni postdatati che fanno pensare al coinvolgimento di altre persone nell’affare. «Un vero e proprio lucro del defunto ignoto», così lo definisce il procuratore aggiunto Aldo De Chiara.«Esistono i garanti dei consumatori- ha osservato - e da poco hanno istituito anche un garante dei detenuti. Perchè non si pensa a istituire anche un organo che assista i parenti dei defunti..». Richiesta prontamente accolta dai consiglieri di ForzaItalia Dario Cigliano e Raffaele Ambrosino che, nel prossimo consiglio comunale, chiederanno proprio l'istituzione del garante del defunto.

mercoledì 5 dicembre 2007

Pedofilia e satanismo al Vomero

Sedici anni di reclusione per un padre, imputato a piede libero, accusato di aver abusato dei quattro figli minorenni e di averli costretti a partecipare a strani riti, forse di tipo satanico. Protagonista della storia R.U.,residente al Vomero, padre di quattro bambini, tutti maschi, che - secondo l'accusa - sarebbero stati costretti ad avere rapporti con il genitore e, forse, anche con altre persone mai identificate con certezza.
Una storia ai confini della realtà che è stata confermata in un drammatico interrogatorio delle vittime - di età compresa tra i cinque e i nove anni - dinanzi al gip nel corso dell'incidente probatorio e che è stata riscontrata anche da un'accurata perizia medica. Gli episodi contestati dalla procura al genitore, mai arrestato e attualmente a piede libero, sarebbero accaduti per mesi e mesi prima che uno dei bambini, il piu' piccolo, raccontasse alla madre di "strani girotondi" e "uomini incappucciati", confessando poi di essere stato piu' volte costretto a fare 2strani giochi" con il padre.
Dalla confessione alla denuncia e all'apertura di un'inchiesta che ha evidenziato uno scenario ai limiti dell'orrore. Le violenze - sempre secondo l'accusa- sarebbero state consumate in casa, nei giardinetti pubblici e anche nell'appartamento di un amico del padre, dove in un'occasione sarebbe avvenuto anche uno strano rito a lume di candela con girotondi e uomini incappucciati. Nel processo la madre dei bambini, divorziata dal marito e affidataria dei figli, si è costituita parte civile ed è rappresentata in aula dall'avvocato Aldo Cafiero. L'imputato, invece, è difeso dall'avvocato Emiddio Della Pietra. Dopo la requisitoria e la richiesta di condanna a 16 anni di carcere, la parola passerà alla parte civile e alla difesa.

mercoledì 28 novembre 2007

Tangenti nella Regione presi quattro funzionari

Presi nel Palazzo. In quattro. Con le mani sulle tangenti, in uno degli uffici della Regione Campania. Secondo un copione che doveva durare da tempo, nell´area della Formazione e forse anche in altre: come Repubblica aveva raccontato già un mese fa. E come lo stesso assessore Corrado Gabriele aveva denunciato alla Procura, insieme agli imprenditori che gli avevano segnalato le varie "pressioni" esercitate da alcuni suoi dirigenti.
E non è tutto: i 4 funzionari sorpresi ieri dagli 007 della Digos di Napoli non solo avevano appena ricevuto l´ultima "rata" da mille euro, ennesima tranche di una mazzetta da complessivi 20mila euro che doveva servire a "velocizzare la pratica di liquidazione di 800mila euro di fondi europei". Ma se l´erano anche spartita e messa in tasca, nel giro di pochi secondi, risparmiando così agli investigatori della polizia giudiziaria - intervenuti con garbata irruzione - anche la fatica di provare chi fossero i reali destinatari del denaro. Una quinta persona, una donna sulla cui posizione sono in corso valutazioni, assisteva forse inconsapevolmente alla consegna da parte di imprenditori-esca. Quattro arresti per concussione. In "flagranza", si scrive in questi casi. In manette finiscono Andrea Fogliamanzillo, di 54 anni, di Torre Annunziata; Antonio Riccardo, 56 anni; Costanzo Barile, 35 di Portici; e Camillo D´Ambra, di 56 anni. Una istantanea choc: un´immagine che pare tratta dai più impuniti anni Novanta arriva dal blitz disposto ieri dalla Procura di Giandomenico Lepore e condotta dagli uomini del vicequestore Antonio Sbordone. D´Ambra è l´unico dei funzionari che - nel blitz di ieri - non viene trovato con il denaro materialmente in tasca. Tuttavia per le ricostruzioni dell´accusa, anche D´Ambra avrebbe partecipato attivamente alle «condotte concussorie».Avviene tutto intorno alle 10. La scena clou di un film di "ordinarie tangenti e minacce" - stando al racconto delle vittime - si svolge al Centro direzionale. Isola C3, quarto piano, stanza numero dieci.Dentro, c´è un uomo che chiameremo semplicemente il signor Carlo, un imprenditore di quelli che hanno da qualche mese affidato le loro dettagliatissime denunce alla giustizia. E ci sono i quattro funzionari Fogliamanzillo, Riccardo, Barile e D´Ambra. Il signor Carlo è ben conosciuto dai funzionari sotto inchiesta, ma stavolta è "microfonato", trasformato in esca: da circa un anno paga le sue tangenti (che ormai ammontano a circa 20mila euro) perché i funzionari gli avrebbero fatto intendere «in ogni modo che era l´unica possibilità di ottenere per tempo quegli 800mila euro per le prestazioni e i servizi forniti nell´ambito della Formazione». Addosso, dunque, il signor Carlo porta una "cimice" attraverso la quale la Digos può ascoltare in diretta, anche se con suono disturbato, quello che accade. Gli 007 si aspettano, dapprima, che la consegna avvenga in un bar del centro direzionale. Altre volte, difatti, era andata così: Carlo entrava nel locale, raggiungeva il bagno, adagiava il pacchetto con i soldi vicino al water, un attimo dopo arrivava uno del gruppo e prelevava il malloppo. Ma ieri no. Ieri si intrattengono sopra, cambia il programma. Cosa c´è di più sicuro, deve aver pensato la presunta banda dei quattro, se non dividersi tutto qui? Difatti: l´imprenditore tira fuori il pacchetto rivestito di fogli di giornale che contiene la tangente di mille euro, tutti in banconote da 100, preventivamente fotocopiati dalla polizia. Li adagia sul tavolo. Uno dei funzionari deve reagire male alla notizia che non sono 2mila, ma solo mille euro. «Ma poi ci dobbiamo rivedere per il resto?», fa uno di loro. E un altro: «Eh, mi raccomando, a Natale dovete tornare». Il signor Carlo dice sì, certo. Poi esce. La Digos attua il piano B, non c´è più il bar, bisogna subito perquisire gli uffici. Passano 5 minuti, entrano. Fogliamanzillo sembra balbettare qualcosa, stando alla ricezione radio della Digos: «Non abbiamo capito perché hanno lasciato questi soldi, mah». Scattano le manette. Caos negli uffici. La Regione li sospende subito e avvia un procedimento disciplinare.Una storia che conoscevano in molti, ma solo l´assessore e gli imprenditori l´avevano raccontata alla giustizia. Repubblica ci aveva dedicato una pagina: possibile vi fossero ancora tali anomalie nella pubblica amministrazione? Loro, intanto, stando alla ricostruzione ufficiale, aprivano la porta a un´altra mazzetta.

martedì 27 novembre 2007

Armi hi tech per i clan


Gli investigatori non parlano, le bocche sono cucite e nulla trapela dalle indagini definite..molto delicate... Il sospetto resta e apre scenari inquietanti su cio' che si muove all'ombra della magmatica camorra. Pare che i gruppi di fuoco in forze agli scissionisti, capeggiati dal boss Raffaele Amato e usciti vincenti nello scontro che li ha opposti al clan di Paolo Di Lauro saranno equipaggiati con armi moderne e di nuova generazione. Il clan avrebbe avviato una sorta di modernizzazione del proprio armamento. E'la traccia su cui da almeno dieci giorni stanno lavorano gli agenti del Commissariato di polizia di Secondigliano diretti dal vice-questore Sergio di Mauro. La pista si è rafforzata,quando ieri mattina, gli agen tihanno fatto irruzione in un casolare abbandonato in via Vanella Grassi, zona ritenuta roccaforte degli affiliati agli scissionisti. Qui i poliziotti nel corso di un con trollo hanno rinvenuto nascosta su di un tetto la micidiale pistola Advan-

ced Taser dal puntatore laser, completa di alimentatore con 8 batterie tipo stilo, con inserito un generatore di corrente, nonchè un secondo generatore. La pistola era stata protetta con una busta di plastica e occultata in un piccolo vano tra alcuni mattoni. Gli stessi agenti del Commissariato di Secondigliano meno di cinque giorni fa, nella stessa strada, recuperarono all’interno di una scatola dic artone 44 cartucce calibro 357 Magnum. Armi sofisticate e particolari come è il caso della nuovissima Advanced Taser che tante polemiche sta sollevando nel mondo per la sua pericolosità (tre persone morte in appena un mese quando invece la pistola elettronica è stata inventata..solo.. per stordire). La domanda: cosa ci faceva li quella pistola. Forse l'arma ritrovata durante il controllo era un..pezzo.. di un campionario portato in visione al ..responsabile..che ..attrezza.. i gruppi di fuoco per le missioni. Prima delle fornitura su scala più ampia la merce va provata. Insomma i killer degli scissionisti cambiano strategia oltre ad eseguire le condanne a morte forse si vogliono dotare di strumenti cosiddetti leggeri ..solo.. per intimidire.Ad esempio potrebbe essere il caso per quei spacciatori infedeli che alcune volte invece di vendere tutta la droga assegnata ne trattengono un poco o per uso personale o per arrotondare lo stipendio.

domenica 25 novembre 2007

A ruba i cassonetti della monnezza


Bidoni bianchi a rischio furto. È l'ultima novità proveniente dai condomini napoletani, dove, da qualche tempo l'Asìa ha installato i contenitori bianchi della spazzatura per la raccolta di carta e cartoni. Il venerdì avviene il ritiro dell'immondizia da parte dei dipendenti dell'Azienda partecipata del Comune ma fino a quel giorno, i condomini si guardano bene dal lasciare incustoditi i loro bidoni bianchi. Tutti gli altri giorni della settimana, infatti, i nuovi contenitori per la carta restano ben conservati all'interno del condominio, a volte negli androni, altre volte nei piani ammezzati. E qui sono al sicuro, al riparo da possibili ladri. Poi, pero', quando arriva il venerdì - giorno in cui l'Asìa passa per il ritiro della carta -ecco che nasce il problema di vigilare i cassonetti bianchi. Si, proprio così, dal momento che lasciarli in strada incustoditi, troppo spesso, significa perderli e vederseli rubare sotto al naso. È successo tante volte, negli ultimi mesi, a Napoli che qualcuno abbia portato via, durante la notte del venerdì, i contenitori di altri edifici. Non a caso, infatti, molti condomini napoletani hanno messo in bilancio la spesa di una catena e di un lucchetto in modo da poter evitare brutti scherzi e farsi fregare i bidoni della carta. E così, passeggiando per la città, è possibile vedere un portiere occupato a mettere il catenaccio al bidone della spazzatura. E poi dicono che qui non si fa la raccolta differenziata.

venerdì 23 novembre 2007

Basta solo un gonfiatore


Parcheggiatori abusivi che girano “armati” di tenaglie e automobilisti che portano nel cofano dell'auto un gonfiatore automatico per rendere di nuovo utilizzabili le ruote dopo averle sgonfiate ed aver tolto le ganasce. Sono gli espedienti ideati per rimuovere manualmente i bloccaruote applicati dalla Napolipark alle vetture in divieto di sosta. Escamotage che solo nella patria del raggiro per eccellenza potevano essere inventati.

Simboli del tempo che passa e della mutazione che subiscono negli anni anche i mestieri fatti da sempre per “tirare acampare”, come il parcheggiatore abusivo. E cosi', oggi a Napoli, in molte zone in cui regna la sosta selvaggia (su tutte la Rivieradi Chiaia) i “guardamacchine” garantiscono l'immunità dalle ganasce agli automobilisti che affidano loro le vetture in sosta. Si, proprio cosi': mentre una volta al parcheggiatore, per battere cassa, bastava tranquillizzare il cliente sostenendo che "il vigile è un “amico” e non metterà la multa", oggi .. con l'arrivo delle ganasce della Napolipark gli abusivi si sono attrezzati e gironzolano spesso con le tenaglie appese alla cinta. Per avere la cosiddetta “mancia”, l'importante è che il cliente possa andar via soddisfatto a bordo della propria auto, liberando il posto per l'arrivo di un altro automobilista. Se, nel frattempo, alla vettura sono state applicate le ganasce, rimosse attraverso l'uso della tenaglia, e al proprietario verrà comunque inviata la multa a casa con tanto di spese aggiuntive, poco importa.L'unica cosa che conta, per il parcheggiatore non autorizzato, è incassare la “mancia”, liberare i posti e assicurarsi il cliente anche per il futuro. Ma non c'è solo questo retroscena

dietro l'affare-ganasce. C'è anche qualche automobilista che fa il furbo e tenta da solo di liberare la propria auto dal bloccaruote, pur sapendo che la multa sarà salatissima e arriverà ugualmente a casa. In più occasioni, infatti, sono stati ritrovati i bloccaruote aperti e abbandonati a terra. Liberarsi delle ganasce, infatti, non è poi cosi' complicato: basta sgonfiare la ruota, rimuovere le ganascee poi rigonfiare la ruota. Perf are questo, basta portarsi nel cofano dell'auto un gonfiatore automatico ma si può anche montare quella di scorta. Dalmomento che la polizia municipale ha già annotato la targa dell'auto in divieto, il procedimento penale per la rimozioneillegale del bloccaruote e la contravvenzione saranno comunque avviate. Intanto, però, l'automobilista l' ha fatta franca riottenendo subito la propria auto.

mercoledì 21 novembre 2007

Gambizzati

Gennaro V., 55 anni con precedenti è stato ferito in un agguato ieri pomeriggio a piazza Guglielmo Pepe. .Due sicari - la polizia, indaga - gli hanno esploso contro diversi colpi di pistola ferendolo alla coscia sinistra ed alla gamba destra.
...
Carmine M., 49 anni, pluripregiudicato, (precedenti per estorsione e detenzione di armi) è stato ferito con due colpi alla gamba destra e due a quella sinistra da due sconosciuti mentre parcheggiava la suaFiat 500 in via Rossini.

mercoledì 14 novembre 2007

Agguato ad Acerra, piezzo mancato?

A cadere sotto i colpi di più sicari, ad Acerra, questo pomeriggio, Salvatore Nolano ritenuto affiliato al clan De Sena. L'agguato in via Sant'Anna Nolano dove più di due persone hanno esploso una decina di colpi colpendo il pregiudicato al volto ed al torace. Salvatore Nolano avrebbe tentato di mettersi in proprio fondando un nuovo gruppo e per questo motivo sarebbe stato punito. Gli inquirenti ritengono che l'agguato potrebbe essere l'inizio di una serie a seguito proprio della rottura degli equilibri. Salvatore Nolano è stato ricoverrato per un intervento chirurgico urgente all'ospedale San Giovanni Bosco.

martedì 13 novembre 2007

Il sindaco di Cardito patteggia

Resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza. Il sindaco di Cardito, Giuseppe Barra, ha patteggiato ieri la condanna a cinque mesi di reclusione dinanzi ai giudici del tribunale di Gaeta. Il primo cittadino, difeso dall'avvocato Giovanni Cantelli, ha preferito - come affermato in aula all'atto del concordato - non "inasprire ulteriormente il conflitto tra politici e giudici", accettando in sostanza la condanna che - è bene ricordarlo - sarà cancellata dal casellario giudiziario dopo 5 anni. Giuseppe Barra era finito sotto processo per guida in stato di ebbrezza, violenza, minacce e resistenza a pubblico ufficiale. Il primo agosto scorso, Barra era stato fermato ad un posto di blocco all'altezza dello svincolo per Spigno Saturnia da una pattuglia dei carabinieri della stazione di Minturno. Si trattava di uno dei tanti controlli di routine previsti per il Ferragosto. Dopo aver controllato i documenti, i militari sottoposero Barra al test dell'etilometro, che fece rilevare un tasso alcolico superiore al massimo previsto dalla legge. I carabinieri diMinturno disposero il sequestro del veicolo e il ritiro della patente. A quel punto il sindaco avrebbe opposto resistenza e ingiuriato i militari che fecero scattare le manette.

lunedì 5 novembre 2007

Sassaiola contro bus a Secondigliano

Panico tra i passeggeri di un bus dell'Anm ieri pomeriggio al corso Secondigliano. Un pullman della linea 183 è finito nel mirino di una banda di ragazzini scalmanati, che hanno avviato una violenta sassaiola
cercando di frantumare i vetri dell'autobus. L'agguato vandalico si è verificato all'incrocio con piazza Di Vittorio mentre il veicolo dell'Anm transitava con all'interno circa dieci passeggeri. Il bilancio dell'atto teppistico è di qualche vetro divelto e tanta paura per gli utenti ed il conducente che ha allertato subito la polizia. Giunti sul posto gli agenti, i ragazzini si sono dati alla fuga e la situazione è tornata alla normalità. Un gioco stupido e pericoloso, quello della banda entrata in azione ieri a
Secondigliano, che spesso si registra anche in centro ai dannidel pullman turistico a due piani. Duello di ieri è solo dell'ennesimo episodio di teppismo registrato ai danni di un autobus dell'Anm, dopo i numerosi casi
registrati nell'ultimo anno: ormai è stata superata la soglia dei cento atti vandalici.

domenica 4 novembre 2007

102

Ennesima vittima della Camorra nel napoletano. Ieri un uomo di 37 anni è stato colpito a morte da un sicario a Giugliano. Giuseppe Divano - un passato da rapinatore - si trovava in un bar quando è stato raggiunto alle spalle da una raffica di proiettili. Si tratta dell'omicidio numero 102 a Napoli e provincia dall'inizio del 2007.

martedì 30 ottobre 2007

Un papa' in provetta

Si chiama Denise l'erede dell'ex boss della camorra Raffaele Cutolo, in carcere dal 1982, condannato a ben 9 ergastoli e sottoposto da 14 anni al regime del "carcere duro", il 41 bis. La piccola, concepita in vitro, sta bene. La notizia della nascita è stata gelosamente tenuta nascosta dalla famiglia, dai legali di Cutolo e dalla moglie Immacolata. L'autorizzazione alla fecondazione artificiale era stata concessa nel 2001.
Denise è nata al Nuovo Policlinico di Napoli. La piccola è perfettamente sana. Anche la mamma Immacolata Iacone - riferiscono i medici - ha superato bene il parto.
"Morirò in prigione, ma il mio ultimo desiderio è regalare un figlio a mia moglie", aveva detto Cutolo, e il suo desiderio si è avverato. Quello disposto dai giudici nei confronti del fondatore della Nuoca Camorra Organizzata è stato un provvedimento che non ha altri precedenti in Italia; il regime stabilito dall'art. 41 bis non prevede infatti la possibilità di prelevare il liquido seminale, salvo concessioni straordinarie del ministero di Giustizia, come appunto avvenuto nel caso di Cutolo.
Cutolo ha appena compiuto 65 anni ed è in condizioni di salute precarie. Sua moglie, che ha sposato nel 1983 all'Asinara e che da allora ha visto sempre e solo dietro alle sbarre, ha invece 43 anni e dunque non era affatto sicuro che la fecondazione e la successiva gravidanza potessero andare a buon fine. Raffaele Cutolo era già padre di un figlio nato nel 1962 dalla prima moglie Filomena Liguori. Si chiamava Roberto ma fu ucciso per una vendetta di camorra con dieci colpi di pistola nel 1990 in provincia di Varese, quando aveva solo 28 anni ed era già sottoposto al regime di soggiorno obbligato.

lunedì 29 ottobre 2007

Sistema bancario a Forcella

Non hai soldi, ma vuoi avviare una qualsiasi attività commerciale?. Acquistare la casa o il box per la tua auto organizzare la festa per il matrimonio, il battesimo o la comunione?.
Finanziare il sottobanco della droga o comprare cellulari, telecamere e computer da utilizzare per il “pacco” ? Nessun problema .
Il prestito lo puoi ottenere a tassi d'amicizia dalla banca d'affari di Forcella. La solidarieta' nel rione del malaffare non e' solo una parola, ma una pratica. Ci sono due storiche famiglie di "benefattori" che "vendono" il denaro a prezzi stracciati e partecipano con il proprio apitale alla nascita di negozi e di attivita' di business. I "banchieri" accendono il credito. L'accesso al finanziamento e' semplice. Gli esattori effettuano una breve istruttoria. Il contraente per richiedere il prestito deve fornire la "scangianese" cioe' garanzie-paracadute ai "benefattori". Facciamo un esempio: nel rione sorge un piccolo discount di generi alimentari, il titolare per avviarlo ottiene il "fido dagli amici". Oltre a ripagare il prestito secondo un rigido e preciso piano di rientro, deve sottoscrivere obbligatoriamente ogni mese una quota-fitto ('o ciocio') del finanziamento. Se gli affari vanno male e non si ottempera scatta la "scangianese". Nella maggiorparte dei casi la garanzia coincide con l'acquisizione di quote della proprieta' del bene. Se le cose si complicano ulteriormente aumentano le quote acquisite fino al punto che il titolare del negozio resta solo sula carta ma in concreto e' un dipendente non stipendiato della sua ex attivita' commerciale che ora e' gestita dai rappresentanti dei "benefattori". Insomma, con una abile mossa le "menti" criminali di Forcella hanno fusa l'usura con il racket. Una manovra che permette alle due storiche famiglie di "benefattori" di avere sempre le casse piene di denaro ottenuto dal drenaggio della quota fissa sul prestito 'o ciocio' e dalla rata di rientro mensile. A tutto ciò vanno aggiunti i benefici
derivanti dalla “scangianese”. La banca d'affari a Forcella funziona. I “benefattori” tengono in piedi anche negozi, bar e bancarelle che non riescono a far quadrare i conti. Insomma sono finanziati i debiti per scongiurare che le saracinesche si abbassino per non rialzarsi più. L'istituto di credito dei vicoliè molto popolare. Non ci sono nè moduli, nè statini paga, nè dichiarazioni dei redditi da presentare. La burocrazia è inesistente.
Bastano quattro chiacchiere ed una stretta di mano. Un gruppo di “esperti” tiene la contabilità e controlla le scadenze. Se non paghi si attiveranno
procedure “particolari”. Nei registri della banca d'affari di Forcella compaiono molte bancarelle della Duchesca e della Maddalena e tanti “paccottisti”. L'economia del vicolo va sostenuta, alimentata e promozionata.
Gli affari chiamano affari. Se la Guardia di Finanza sequestra la merce, il commerciantecome fa a riacquistarla? C'è una sorta di polizza assicurativa
stipulata con i “benefattori” che ti permette in caso di necessità di tamponare l'emergenza. Mentre chi lavora nel campo dei “pacchi” deve mostrare ai clienti (turisti nella maggior parte dei casi) merce
tecnologicamente al passo con le novità. La banca d'affari di Forcella dopo il finanziamento preleverà un “'o ciociò” quotidiano pari a 30 euro. Ora il nuovobusiness è la vendita dei box in vico Zuroli.

giovedì 25 ottobre 2007

100


E stasera champagne per tutti, dobbiamo festeggiare

martedì 23 ottobre 2007

Galeotti fatevi onore


Quelli di Crispano sanno chi e' che comanda. Trucidateli tutti.

lunedì 22 ottobre 2007

Abbattuto lo stato di diritto

Alle 16 di sabato , 20 ottobre, l'inchiesta Why not è stata tolta a De Magistris. Inchiesta in cui sono indagati il presidente del Consiglio, Romano Prodi (abuso d'ufficio), il ministro della Giustizia Clemente Mastella (abuso d'ufficio, finanziamento illecito ai partiti, truffa all'Unione europea e allo Stato italiano e chi piu' ne ha piu' ne metta) e una schiera di politici, affaristi, militari, magistrati, massoni. La Procura generale di Catanzaro, nella persona di Dolcino Favi ha avocato appellandosi all'articolo 372 lettera A del codice di procedura penale. ( inconpatibilità), l'inchiesta che vede coinvolto Mastella, alcuni politici, qualche imprenditore.
Dolcino Favi, per chi nn lo conosca, si è trovato coinvolto, nella sua lunga carriera, in situazioni strane che coinvolgevano familiari di pregiudicati, cavalli imbizzarriti e intercettazioni irregolari. Situazioni concluse con assoluzioni e archiviazioni.
L'Art. 104 della costituzione italiana recita: La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Il Consiglio superiore della magistratura è presieduto dal Presidente dellaRepubblica.
Presidente, si faccia sentire, nn lasci che l'abbattimento dello stato di diritto avvenga tra il silenzio generale!

mercoledì 17 ottobre 2007

Non mi serve la patente

ACERRA - SORPRESO ALLA GUIDA DI UN TIR SENZA PATENTE

E' stato sorpreso per la sesta volta in dieci anni alla guida di un tir senza la patente di guida.Il documento gli era stato ritirato per mancanza dei requisiti morali nel 1997. Protagonista dell'accaduto un pregiudicato di Acerra (Napoli), di 52 anni, denunciato dalla polizia stradale di Larino (Campobasso) per guida senza patente. L'uomo e' stato fermato sulla ss 647 Bifernina. Il mezzo condotto dal pregiudicato e' stato posto sotto sequestro.

domenica 14 ottobre 2007

Festeggiamenti mancati per un soffio

Tre giovanissimi, fra cui un minore, tutti incensurati, sono stati fermati nell'indagine sull'aggressione contro due ragazzi durante la movida. Per Raffaele Mauriello e Dario Oliviero, 18 anni, e S.P., di 16, l'accusa e' di duplice tentato omicidio e detenzione di strumento atto ad offendere. Intanto resta in prognosi riservata V.S., 22 anni, ricoverato al Loreto Mare: gli e' stata asportata la milza. Per il suo amico, M. E., coetaneo, ricoverato al Vecchio Pellegrini, la prognosi e' di 10 giorni.

giovedì 11 ottobre 2007

Se fosse stato napoletano

La stampa di regime aziendale sta a fa un gran baccano circa la sentenza del giudice ad Hannover, in Germania, che ha ridotto la pena per "attenuanti etniche e culturali" ad un sardo che lavorava come cameriere.
Siamo, credo, l'unico stato in Europa, dove un nemico da abbattere e' la magistratura. I casi De Magistris e Forleo sono la testimonianza piu' recente. Ma la memoria andrebbe rispolverata anche nel caso degli affondi fatti in tempi, nemmeno troppo recenti, dal palazzinaro circondato dai benefattori anonimi.
In uno stato dove la certezza della pena e' un concetto astratto ed il delinquere porta, se proprio ti va di sfiga, alla presidenza del consiglio, queste "attenuanti etniche e culturali" mi sembrano piu' che giuste, oserei dire sacrosante.
E la domanda sorge spontanea: e se fosse stato napoletano?
Sicuro sarebbe stato assolto!
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Ferito con un colpo alla testa
Marano. È giallo sull'agguato di cui è rimasto vittima Vincenzo Miliardi, 25 anni di Piscinola. Il giovane è ricoverato dall'alba di ieri mattina, in condizioni gravissime, presso il reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Pozzuoli: ha un proiettile nel cranio, che i medici del pronto soccorso, hanno individuato dopo una Tac. Al vaglio degli inquirenti la testimonianza di due amici, con la vittima al momento dell'aggressione. Vincenzo guida l'auto a bordo della quale i tre, stanno facendo rientro a casa. Nel centro storico di Marano sono le due del mattino e vige il coprifuoco. Vincenzo si ferma per chiedere informazioni a due ragazzi che erano fermi in strada. È a questo punto che il mistero si fa fitto. I due sconosciuti, inspiegabilmente, alla domanda di aiuto dei coetanei, avrebbero reagito male, prima malmenando Vincenzo poi, quando questi ingrana la marcia per fuggire, uno dei due impugna una pistola spara. Un solo, unico colpo dritto al cranio.

mercoledì 10 ottobre 2007

Giustizia e' fatta !

Salvatore Paladini, di 39 anni, e' stato ferito a una gamba da due killer, mentre, con la propria auto, stava percorrendo viale della Resistenza a Scampia, quartiere a nord di Napoli. L'uomo, che si stava recando dalla sorella, e' stato portato all'ospedale San Giovanni Bosco. I medici lo hanno ritenuto in condizioni non gravi e guaribile in 15 giorni. Paladini ha riferito alla polizia che lo ha interrogato, di non conoscere i motivi del ferimento.
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Due banditi con il volto coperto da passamontagna sono entrati la scorsa notte in casa di una coppia di anziani coniugi ad Afragola, comune a nord di Napoli, per compiere una rapina: la donna e' stata picchiata e uccisa. Teresa Luongo, 69 anni, e' stata massacrata con pugni e calci mentre il marito, Vincenzo Funicola, 69 anni, e' rimasto quasi illeso. E' successo poco ptrima delle 3 della scorsa noitte in via Lucania.

martedì 9 ottobre 2007

Schizofrenia giudiziaria

Da Zeus.it

Il Paese è sconvolto dalla solita querelle tra magistrati, politici e stampa: questa volta a criticare e a cercare di limitare l'operato di magistrati e giornalisti, presunti colpevoli di andarci troppo pesanti con i politici, non sono più Berlusconi, Bossi, Fini e Casini ma Mastella e Prodi, con Berlusconi che dice bravo a Prodi perché critica le trasmissioni di Santoro.

Il problema è che il sostituto Pm De Magistris è accusato di aver commesso dei gravi abusi, nel corso della sua indagine sui rappori perversi fra politica, affari e magistratura calabrese, mettendo su una banca dati di tabulati telefonici imponente e mai vista, acquisendo migliaia di telefonate di personalità tra le più alte dello Stato, poliziotti, magistrati e persone comuni.
Se fosse vero, sarebbe molto grave e getterebbe un'ombra di incostituzionalità e illegalità sull'opera meritoria del magistrato di lottare contro corruzione e tangentopoli calabresi: il fine non giustifica i mezzi e il sistema delle intercettazioni e la conservazione delle stesse deve essere gestito con moderazione estrema, cautela e rispetto di tutte le procedure.
Chi dovrebbe eventualmente indagare sul fatto che De Magistris, magari in buona fede, non abbia commesso abusi? Toccherebbe al Consiglio dell'Autorità di garanzia per la privacy, che ha il suo vicepresidente nella persona di Giuseppe Chiaravaloti, indagato dallo stesso De Magistris. Chiaravaloti avrebbe acquisito alcune sue conversazioni telefoniche compromettenti e gravi, già trapelate sugli organi di informazione.
Chiaravaloti, infatti, prima di entrare all'Authority per la privacy, su designazione del centrodestra, è stato presidente della Regione Calabria su designazione di Forza Italia e prima ancora uno dei massimi magistrati dello Stato in Calabria.
Forse è stato poco opportuno, a suo tempo, che il centrodestra, sempre così critico verso i magistrati che vogliono fare politica, abbia eletto un magistrato alla guida della Regione Calabra, in cui prima operava come giudice.
E ora è estremamente poco opportuno che una persona come Chiaravaloti, parte in causa in un processo di malaffare, in cui potrebbero essere stati anche violati i suoi diritti alla privacy, occupi un ruolo di così grande responsabilità nell'autorità di garanzia che potrebbe essere chiamata a verificare la legittimità e la legalità dei comportamenti del giudice De Magistris che ha acquisito tante telefonate dello stesso Chiaravaloti.
Un'esigenza di trasparenza, imparzialità, rispetto dello Stato, opportunità, imporrebbe al presidente dell'Authority Pizzetti di chiedere a Chiaravaloti di farsi da parte, dimettendosi o autosospendendosi, fino al momento in cui saranno chiarite le sue responsabilità, dall'attività del Consiglio dell'Authority.

lunedì 8 ottobre 2007

La famiglia...prima di tutto !


Una breve carrellata di cronaca napoletana,
con lo striscione comparso a San Siro durante Inter-Napoli sabato 6 ottobre !


Un uomo di 40 anni del quale non e' stata resa nota l'identita', e' stato arrestato dai carabinieri a Napoli. L'indagato e' accusato di tentata estorsione, minacce aggravate, porto abusivo di coltello, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. I militari sono intervenuti nell'abitazione dell'uomo che poco prima, armato di coltello, aveva minacciato e picchiato il padre di 67 anni dal quale pretendeva una somma di denaro. L'anziano e' finito in ospedale con alcune coltellate alla gamba. Il 40enne e' stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale. Il 17 febbraio e il 31 luglio scorsi era gia' stato arrestato per motivi analoghi. Per elementi del genere vale sempre la pena rieducativa?
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Giovanni Cito, di 27 anni, e' stato arrestato dai carabinieri a Napoli, con l'accusa di spaccio di droga. A Cito i militari hanno consengato un ordine di carcerazione in base al quale dovra' scontare la pena di due anni e dieci mesi di reclusione. Lo spacciatore e' stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale.
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Nel corso di un'operazione anticriminalita' a Secondigliano, quartiere a nord di Napoli, gli agenti del locale commissariato hanno ritrovato una pistola calibro 765. I poliziotti hanno controllato un edificio in via Monte Faito, al rione Berlingieri. Su un terrazzo condominiale gli investigatori hanno trovato l'arma, con la matricola cancellata. Probabilmente il possessore anziche' tenerla in casa dove avrebbe corso il rischio di essere arrestato nel caso di una perquisizione della polizia ha preferito nasconderla sul terrazzo pensando che le forze dell'ordine non l'avrebbero mai trovata.
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Renato Panico, di 46 anni, e' stato arrestato dalla polizia a Secondigliano, quartiere a nord di Napoli, con l'accusa di spaccio di droga e detenzione illegale di fucile. Gli agenti del commissariato di Secondigliano hanno eseguito una perquisizione nell'abitazione dell'uomo dove hanno trovato nella camera da letto una ventina di grammi di cocaina e un fucile. Panico e' stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale.
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Un giovane di 27 anni e' morto ieri mattina intorno alle 5.30 a causa di un gravissimo incidente stradale avvenuto sulla tangenziale di Napoli. L'auto a bordo della quale si trovata la vittima, condotta da un amico, si e' ribaltata poco dopo la galleria degli Astroni, in direzione di Capodichino.
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sabato 6 ottobre 2007

venerdì 5 ottobre 2007

VOTA VELTRONI!

Camorra, Veltroni dà la carica: «Lotta che coinvolge tutt'Italia»

"Non si può combattere la camorra con le mani dietro la schiena. Lo stato, le istituzioni hanno solo la loro efficienza per vincere la battaglia". Walter Veltroni, a Napoli, parla di legalità e dice che la lotta alla criminalità dovrà essere "un elemento identitario del Partito democratico". "C'è tanta spesa pubblica da tagliare, probabilmente c'è da razionalizzare anche all’interno delle strutture della giustizia - ha detto Veltroni nel suo intervento - però se a Napoli mancano 12 magistrati, se mancano le fotocopiatrici o la benzina per la macchina o manca il numero di agenti necessari qui la battaglia la perdiamo". Ma Veltroni avverte: "Se la battaglia la perdiamo a Napoli, in Sicilia, in Calabria, l’abbiamo persa in metà del paese e forse in tutto il Paese".
È Antonio Bassolino, governatore regionale e leader del centrosinistra in Campania a commentare positivamente l'intervento del candidato alla segreteria del Pd : "È stato un discorso forte - dice - un appello alla mobilitazione, alla partecipazione e un messaggio di fiducia"

walteri', ma fa na cosa.... scordati napoli, e portati pure a tonino

giovedì 4 ottobre 2007

Caruso condannato a 3 anni


Forza Francesco, facciamo il tifo per te, non mollare la poltrona, un altro piccolo sforzo e puoi finalmente portare a casa la meritata pensione,
oltre al titolo di omme 'e sfaccimma doc!
Ma veniamo ai fatti:
Tre anni e quattro mesi di reclusione - tre condonati per l'indulto - e interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. È la condanna inflitta dai giudici della quarta sezione del tribunale di Napoli (presidente Minisci) a Francesco Caruso, leader Noglobal e parlamentare del Prc, e altri otto attivisti, accusati di estorsione aggravata nell'ambito di una manifesta-zione contro il caro-vita culminata nell'occupazione dell'Ipercoop di Afragola. Era il 27 ottobre del 2004‚quando il grande centro commerciale alle porte di Napoli fu occupato dagli attivisti del movimento Noglobal.
Un centinaio di manifestanti - raccontano le carte giudiziarie - entrò nel supermercato e “riempì il carrello della spesa con merce prelevata alla rinfusa dagli scaffali”. I manifestanti quindi si pararono davanti alla barriera delle casse, “urlando slogan di protesta contro il caro prezzi e chiedendo uno sconto del cinquanta per cento dei beni”. Il dirigente della sicurezza del supermercato, Orazio Passante, “avendo timore per l'in-columità dei clienti presenti e per la sicurezza dei locali”, avviò una trattativa con Caruso e gli altri, consegnando loro generi alimentari per un valore di circa á 350 euro. Un’accusa respinta dagli imputati che so-stengono che non vi fu violenza e che il direttore dell’Ipercoop, convinto delle ragioni della protesta, decise di consegnare un paio di quintali di merce che venne poi distribuita ai clienti.
La sentenza invece invece, ha sposato la tesi illustrata dal pm Giuseppe Amodeo che aveva chiesto 6 anni di reclusione per Caruso e altri due imputati ( Antonio Terracciano e Antonio Cesarano ) e pene meno severe per gli altri (Michele Franco, Aldo Borriello, Giuseppe Corvo, Salvatore Annuale e Mario Avoletto). «Gli estorsori - commenta Caruso - sono ben altri. Ora nessuno si permetta di affiancare il mio nome a quello di altri parlamentari condannati per reati vergognosi. L'iniziativa della spesa sociale - conclude - è stata una lotta al fianco delle famiglie e contro il caro vita». Amareggiato anche il collegio difensivo degli imputati - avvocati Domenico Ciruzzi, Marco Campora, Annalisa Senese - che è pronto a ricorrere in appello. ■

martedì 2 ottobre 2007

Litiga con la moglie e picchia i carabinieri

Torre del greco

Aggredisce la moglie e poi si scaglia contro i carabinieri. Con l'accusa di danneggiamento, resistenza, percosse e lesioni, e' finito in manette Gerardo N., 46 anni, vicino al clan Ascione.
L'uomo e' stato sorpreso mentre malmenava la consorte, poi si e' scagliato contro i militari.

lunedì 1 ottobre 2007

Scoperte dai carabinieri le armi da guerra del clan

San Giovanni. Preso uomo dei Mazzarella

Gli sbirri lo controllavano da tempo. Lui ha 23 anni ed è vicino al clan dei Mazzarella. Ieri notte i militari dell'Arma della Compagnia di Poggio poggio si sono autoinvitati a casa sua nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Una visita di “piacere”, un controllo poi sfociata in una perquisizione che non ha deluso i carabinieri. I militari sono stati attratti da uno strano foro nel muro dove erano custodite una pistola semiautomatica da guerra calibro 9 parabellum con 10 cartucce nel caricatore (la parte finale della canna era stata modificata con una filettatura per l'avvitamento di un silenziatore), 6 cartucce calibro 44 magnum e 12 cartucce calibro 9 per 21. Vincenzo M. è finito in manette per detenzione illegale di arma da guerra alterata e munizioni nonchè per ricettazione.

Maxiblitz per fermare la faida gia' liberi decine di imputati

Sconti in appello

Li chiamano "manovali" o gregari dei clan. A decine sono finiti in manette nel maxi blitz del 7 dicembre del 2004, quello - coordinato dall'ex pm della Dda, Giovanni Corona - che ha portato in carcere boss e affiliati dei clan Di Lauro e del gruppo degli scissionisti. Un'inchiesta che, tuttavia, e' stata in parte vanificata nell'iter giudiziario: condanne lievi in primo grado e patteggiamenti in appello hanno rimesso in libertà numerosi esponenti del clan Di Lauro. Che, adesso - dicono fonti investigative qualificate - sono pronti a rialzare la testa e a rispondere al fuoco del cartello Amato-Pagano. Dunque non saremmo di fronte ad un attacco finale degli scissionisti, ma ad una nuova faida come spiegherebbero gli ultimi omicidi che ripropongono scenari già visti. Eppure il giro di vite dalla procura generale era arrivato sotto forma di una circolare del pg ; Vincenzo Galgano. Un invito ad evitare la concessione di concordati, soprattutto per reati di camorra. Condanne dai tre ai sei anni di reclusione e ulteriori sconti in appello hanno spalancato le porte del carcere. Elementi ribaditi dai pm in commissione Antimafia.

E' nato!

Dopo settimane di dubbi, perplessita' incertezze ecc. ecc.. e' nato.
Mi riprometto, in futuro, di migliorarlo nella grafica.
Per il momento accontentatevi della sostanza.
L'ennesimo sito denuncia, pensera' qualcuno.
Forse, ma c'e' una piccola differenza tra questo blog ed altri. Come si diceva dell'intramontabile Robert, questo nasce per fare il tifo per il cattivo e non viceversa.
Ma chi e' il cattivo ?
E' l'eterna domanda!