giovedì 6 dicembre 2007

Il cimitero degli orrori

Agivano nel cuore della notte, lontano da occhi indiscreti. E nel frattempo, decine e decine di parenti dei defunti pregavano sulle tombe vuote o appartenenti ad altri defunti. Un sospetto, la denuncia e un'inchiesta, coordinata dal pm Maria Cristina Ribera e condotta dai carabinieri della compagnia di Giugliano, che ha svelato quanto accadeva nel cimitero di Qualiano: salme profanate, abbandonate per liberare loculi a favore di altri, lapidi di defunti rivendute per un prezzo che oscillava dai 600 ai 1000 euro, smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali. Uno scenario di orrore, testimoniato dai capi d'imputazione - violazione di sepolcro e vilipendio di cadavere- di cui rispondono il custode del cimitero, Saverio D’Alterio e l’interratore Giuseppe Perfetto. Arrestato anche il titolare della ditta “Marta”, Benedetto Brancaccio,che aveva in appalto l’illuminazione del cimitero e che risponde di frode ai danni del Comune di Qualiano.
Un terzetto che - secondo il pm Ribera - agiva con la complicità di due dipendenti del Comune di Qualiano: un addetto all’igiene e alla sanità e un geometra dell’ufficio tecnico. I due, indagati a piede libero, sarebbero responsabili dei mancati controlli da parte del Comune sulle attività illecite che avevano luogo nel cimitero. Attraverso appostamenti ed intercettazioni telefoniche e ambientali, i carabinieri della compagnia di Giugliano, coordinati dal capitano Alessandro Andrei, hanno scoperto che il custode e l'interratore del cimitero lasciavano le bare aperte per accelerare il processo di“mineralizzazione delle salme”, e quindi liberare con rapidità spazi da rivendere. Ma tra le accuse rivolte a D’Alterio e Perfetto c'è anche quella di smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali. I due, infatti, avevano trovato anche un modo per ripulire gratis le bare dai liquidi residui dell’estumulazione, accantonandole in posizione capovolta in prossimità dei tombini che convogliano le acque piovane. Numerose e diversificate le fonti di guadagno per gli arrestati. Oltre alle lapidi dalle quali veniva cancellato il vecchio nome e inciso quello nuovo, il titolare della ditta “Marta”, Benedetto Biancaccio, non avrebbe versato al Comune le percentuali di incasso sul servizio appaltato di illuminazione (una somma cheammonterebbe a circa 40 milaeuro) nè tantomeno avrebbe eseguito i lavori di ammodernamento e messa a norma dell’impianto elettrico per i quali era prevista una spesa di 180 mila euro. Nelle abitazioni del custode del cimitero e di uno dei dipendenti comunali indagati, inoltre, sono state i trovate ingenti somme di denaro e assegni postdatati che fanno pensare al coinvolgimento di altre persone nell’affare. «Un vero e proprio lucro del defunto ignoto», così lo definisce il procuratore aggiunto Aldo De Chiara.«Esistono i garanti dei consumatori- ha osservato - e da poco hanno istituito anche un garante dei detenuti. Perchè non si pensa a istituire anche un organo che assista i parenti dei defunti..». Richiesta prontamente accolta dai consiglieri di ForzaItalia Dario Cigliano e Raffaele Ambrosino che, nel prossimo consiglio comunale, chiederanno proprio l'istituzione del garante del defunto.

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