Da Zeus.it
Il Paese è sconvolto dalla solita querelle tra magistrati, politici e stampa: questa volta a criticare e a cercare di limitare l'operato di magistrati e giornalisti, presunti colpevoli di andarci troppo pesanti con i politici, non sono più Berlusconi, Bossi, Fini e Casini ma Mastella e Prodi, con Berlusconi che dice bravo a Prodi perché critica le trasmissioni di Santoro.
Il problema è che il sostituto Pm De Magistris è accusato di aver commesso dei gravi abusi, nel corso della sua indagine sui rappori perversi fra politica, affari e magistratura calabrese, mettendo su una banca dati di tabulati telefonici imponente e mai vista, acquisendo migliaia di telefonate di personalità tra le più alte dello Stato, poliziotti, magistrati e persone comuni.
Se fosse vero, sarebbe molto grave e getterebbe un'ombra di incostituzionalità e illegalità sull'opera meritoria del magistrato di lottare contro corruzione e tangentopoli calabresi: il fine non giustifica i mezzi e il sistema delle intercettazioni e la conservazione delle stesse deve essere gestito con moderazione estrema, cautela e rispetto di tutte le procedure.
Chi dovrebbe eventualmente indagare sul fatto che De Magistris, magari in buona fede, non abbia commesso abusi? Toccherebbe al Consiglio dell'Autorità di garanzia per la privacy, che ha il suo vicepresidente nella persona di Giuseppe Chiaravaloti, indagato dallo stesso De Magistris. Chiaravaloti avrebbe acquisito alcune sue conversazioni telefoniche compromettenti e gravi, già trapelate sugli organi di informazione.
Chiaravaloti, infatti, prima di entrare all'Authority per la privacy, su designazione del centrodestra, è stato presidente della Regione Calabria su designazione di Forza Italia e prima ancora uno dei massimi magistrati dello Stato in Calabria.
Forse è stato poco opportuno, a suo tempo, che il centrodestra, sempre così critico verso i magistrati che vogliono fare politica, abbia eletto un magistrato alla guida della Regione Calabra, in cui prima operava come giudice.
E ora è estremamente poco opportuno che una persona come Chiaravaloti, parte in causa in un processo di malaffare, in cui potrebbero essere stati anche violati i suoi diritti alla privacy, occupi un ruolo di così grande responsabilità nell'autorità di garanzia che potrebbe essere chiamata a verificare la legittimità e la legalità dei comportamenti del giudice De Magistris che ha acquisito tante telefonate dello stesso Chiaravaloti.
Un'esigenza di trasparenza, imparzialità, rispetto dello Stato, opportunità, imporrebbe al presidente dell'Authority Pizzetti di chiedere a Chiaravaloti di farsi da parte, dimettendosi o autosospendendosi, fino al momento in cui saranno chiarite le sue responsabilità, dall'attività del Consiglio dell'Authority.
martedì 9 ottobre 2007
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