mercoledì 28 novembre 2007

Tangenti nella Regione presi quattro funzionari

Presi nel Palazzo. In quattro. Con le mani sulle tangenti, in uno degli uffici della Regione Campania. Secondo un copione che doveva durare da tempo, nell´area della Formazione e forse anche in altre: come Repubblica aveva raccontato già un mese fa. E come lo stesso assessore Corrado Gabriele aveva denunciato alla Procura, insieme agli imprenditori che gli avevano segnalato le varie "pressioni" esercitate da alcuni suoi dirigenti.
E non è tutto: i 4 funzionari sorpresi ieri dagli 007 della Digos di Napoli non solo avevano appena ricevuto l´ultima "rata" da mille euro, ennesima tranche di una mazzetta da complessivi 20mila euro che doveva servire a "velocizzare la pratica di liquidazione di 800mila euro di fondi europei". Ma se l´erano anche spartita e messa in tasca, nel giro di pochi secondi, risparmiando così agli investigatori della polizia giudiziaria - intervenuti con garbata irruzione - anche la fatica di provare chi fossero i reali destinatari del denaro. Una quinta persona, una donna sulla cui posizione sono in corso valutazioni, assisteva forse inconsapevolmente alla consegna da parte di imprenditori-esca. Quattro arresti per concussione. In "flagranza", si scrive in questi casi. In manette finiscono Andrea Fogliamanzillo, di 54 anni, di Torre Annunziata; Antonio Riccardo, 56 anni; Costanzo Barile, 35 di Portici; e Camillo D´Ambra, di 56 anni. Una istantanea choc: un´immagine che pare tratta dai più impuniti anni Novanta arriva dal blitz disposto ieri dalla Procura di Giandomenico Lepore e condotta dagli uomini del vicequestore Antonio Sbordone. D´Ambra è l´unico dei funzionari che - nel blitz di ieri - non viene trovato con il denaro materialmente in tasca. Tuttavia per le ricostruzioni dell´accusa, anche D´Ambra avrebbe partecipato attivamente alle «condotte concussorie».Avviene tutto intorno alle 10. La scena clou di un film di "ordinarie tangenti e minacce" - stando al racconto delle vittime - si svolge al Centro direzionale. Isola C3, quarto piano, stanza numero dieci.Dentro, c´è un uomo che chiameremo semplicemente il signor Carlo, un imprenditore di quelli che hanno da qualche mese affidato le loro dettagliatissime denunce alla giustizia. E ci sono i quattro funzionari Fogliamanzillo, Riccardo, Barile e D´Ambra. Il signor Carlo è ben conosciuto dai funzionari sotto inchiesta, ma stavolta è "microfonato", trasformato in esca: da circa un anno paga le sue tangenti (che ormai ammontano a circa 20mila euro) perché i funzionari gli avrebbero fatto intendere «in ogni modo che era l´unica possibilità di ottenere per tempo quegli 800mila euro per le prestazioni e i servizi forniti nell´ambito della Formazione». Addosso, dunque, il signor Carlo porta una "cimice" attraverso la quale la Digos può ascoltare in diretta, anche se con suono disturbato, quello che accade. Gli 007 si aspettano, dapprima, che la consegna avvenga in un bar del centro direzionale. Altre volte, difatti, era andata così: Carlo entrava nel locale, raggiungeva il bagno, adagiava il pacchetto con i soldi vicino al water, un attimo dopo arrivava uno del gruppo e prelevava il malloppo. Ma ieri no. Ieri si intrattengono sopra, cambia il programma. Cosa c´è di più sicuro, deve aver pensato la presunta banda dei quattro, se non dividersi tutto qui? Difatti: l´imprenditore tira fuori il pacchetto rivestito di fogli di giornale che contiene la tangente di mille euro, tutti in banconote da 100, preventivamente fotocopiati dalla polizia. Li adagia sul tavolo. Uno dei funzionari deve reagire male alla notizia che non sono 2mila, ma solo mille euro. «Ma poi ci dobbiamo rivedere per il resto?», fa uno di loro. E un altro: «Eh, mi raccomando, a Natale dovete tornare». Il signor Carlo dice sì, certo. Poi esce. La Digos attua il piano B, non c´è più il bar, bisogna subito perquisire gli uffici. Passano 5 minuti, entrano. Fogliamanzillo sembra balbettare qualcosa, stando alla ricezione radio della Digos: «Non abbiamo capito perché hanno lasciato questi soldi, mah». Scattano le manette. Caos negli uffici. La Regione li sospende subito e avvia un procedimento disciplinare.Una storia che conoscevano in molti, ma solo l´assessore e gli imprenditori l´avevano raccontata alla giustizia. Repubblica ci aveva dedicato una pagina: possibile vi fossero ancora tali anomalie nella pubblica amministrazione? Loro, intanto, stando alla ricostruzione ufficiale, aprivano la porta a un´altra mazzetta.

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