Non hai soldi, ma vuoi avviare una qualsiasi attività commerciale?. Acquistare la casa o il box per la tua auto organizzare la festa per il matrimonio, il battesimo o la comunione?.
Finanziare il sottobanco della droga o comprare cellulari, telecamere e computer da utilizzare per il “pacco” ? Nessun problema .
Il prestito lo puoi ottenere a tassi d'amicizia dalla banca d'affari di Forcella. La solidarieta' nel rione del malaffare non e' solo una parola, ma una pratica. Ci sono due storiche famiglie di "benefattori" che "vendono" il denaro a prezzi stracciati e partecipano con il proprio apitale alla nascita di negozi e di attivita' di business. I "banchieri" accendono il credito. L'accesso al finanziamento e' semplice. Gli esattori effettuano una breve istruttoria. Il contraente per richiedere il prestito deve fornire la "scangianese" cioe' garanzie-paracadute ai "benefattori". Facciamo un esempio: nel rione sorge un piccolo discount di generi alimentari, il titolare per avviarlo ottiene il "fido dagli amici". Oltre a ripagare il prestito secondo un rigido e preciso piano di rientro, deve sottoscrivere obbligatoriamente ogni mese una quota-fitto ('o ciocio') del finanziamento. Se gli affari vanno male e non si ottempera scatta la "scangianese". Nella maggiorparte dei casi la garanzia coincide con l'acquisizione di quote della proprieta' del bene. Se le cose si complicano ulteriormente aumentano le quote acquisite fino al punto che il titolare del negozio resta solo sula carta ma in concreto e' un dipendente non stipendiato della sua ex attivita' commerciale che ora e' gestita dai rappresentanti dei "benefattori". Insomma, con una abile mossa le "menti" criminali di Forcella hanno fusa l'usura con il racket. Una manovra che permette alle due storiche famiglie di "benefattori" di avere sempre le casse piene di denaro ottenuto dal drenaggio della quota fissa sul prestito 'o ciocio' e dalla rata di rientro mensile. A tutto ciò vanno aggiunti i benefici
derivanti dalla “scangianese”. La banca d'affari a Forcella funziona. I “benefattori” tengono in piedi anche negozi, bar e bancarelle che non riescono a far quadrare i conti. Insomma sono finanziati i debiti per scongiurare che le saracinesche si abbassino per non rialzarsi più. L'istituto di credito dei vicoliè molto popolare. Non ci sono nè moduli, nè statini paga, nè dichiarazioni dei redditi da presentare. La burocrazia è inesistente.
Bastano quattro chiacchiere ed una stretta di mano. Un gruppo di “esperti” tiene la contabilità e controlla le scadenze. Se non paghi si attiveranno
procedure “particolari”. Nei registri della banca d'affari di Forcella compaiono molte bancarelle della Duchesca e della Maddalena e tanti “paccottisti”. L'economia del vicolo va sostenuta, alimentata e promozionata.
Gli affari chiamano affari. Se la Guardia di Finanza sequestra la merce, il commerciantecome fa a riacquistarla? C'è una sorta di polizza assicurativa
stipulata con i “benefattori” che ti permette in caso di necessità di tamponare l'emergenza. Mentre chi lavora nel campo dei “pacchi” deve mostrare ai clienti (turisti nella maggior parte dei casi) merce
tecnologicamente al passo con le novità. La banca d'affari di Forcella dopo il finanziamento preleverà un “'o ciociò” quotidiano pari a 30 euro. Ora il nuovobusiness è la vendita dei box in vico Zuroli.
lunedì 29 ottobre 2007
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