C’è un uomo che sta violentando un bambino. Sono in una macchina bianca, dietro le erbacce di via Lipari. Per carità di Dio fate presto, altrimenti anche se sono una donna anziana scendo e lo ammazzo a quel maiale». La telefonata al 112, giunta poco dopo le 8, ha fatto scattate tre pattuglie della compagnia dei carabinieri di Casoria che, in meno di cinque minuti dalla chiamata, sono giunte in via Lipari, nella frazione di Arpino. Pochi palazzi, scheletri di capannoni coperti da erbacce e di sera prostitute e tossici.
Nella Fiat Punto bianca i carabinieri sorprendono Luigi Testa, 40 anni, e un bambino rom. «Bellissimo», lo descrivono i militari con gli occhi grandi e neri e tristi. I carabinieri sollevavano di peso dal suo corpicino nudo quell’orco malvagio e il piccolo, forse nove anni, un’età stabilità a occhio dai militari, si riveste lentamente, in silenzio, rifiutando l’aiuto di un carabiniere. Poco più in là anche il bruto, circondato dai militari e dalle erbacce, cerca di rivestirsi. Farfuglia : «Non è come pensate». Ma i militari avevano visto bene, come aveva visto bene Carmela C., la donna che aveva chiamato il 112. Dal suo balcone ha poi liberato tutta la rabbia e la tensione repressa urlando: «Uccidetelo». L’orco, un balordo, residente nel vicino quartiere napoletano di Poggioreale, schedato per furto e ricettazione, si è messo a piangere. È caduto in ginocchio. Ha supplicato i carabinieri di lasciarlo andare. Ha raccontato tra i singhiozzi che da piccolo era stato violentato. Ha continuato a piangere, mentre ammanettato saliva a bordo dell’auto dei carabinieri, la stessa che lo ha portato al carcere di Poggioreale. Nemmeno una lacrima ha versato il bambino. E dopo la delicata insistenza dei carabinieri il piccolo ha risposto che non sapeva dove fossero accampati in genitori. Non ricordava, se mai l’avesse saputo, quanti anni aveva e dove era nato. Ha risposto con il silenzio ostinato dei bambini, sul dove e sul quando era stato avvicinato dall’orco. Zitto su quanto era stato costretto a subire. Il ragazzino è stato affidato ai servizi sociali del Comune di Casoria che gli hanno trovato una casa famiglia da dove iniziare il difficile, e forse impossibile recupero di una infanzia cancellata brutalmente in quella Punto bianca. I carabinieri, diretti dal tenente Luigi Lubello, non hanno scartato nemmeno un’altra inquietante ipotesi. Il silenzio ostinato del piccolino potrebbe coprire gli stessi genitori che lo avrebbero costretto a prostituirsi. Una ipotesi che prende consistenza ad ogni ora che passa, senza che nessuno venga a chiedere notizie su un bambino che non è ancora tornato a casa.
domenica 12 luglio 2009
venerdì 22 maggio 2009
Sentenza scan-da-lo-sa
A L’Aquila c’è un nuovo terremoto
per la motivazion della sentenza
che narra Mills, legal molto devoto,
corrotto a quanto par da Sua Indecenza.
Finalmente qualcuno lo ha incastrato,
con il lodo si salva Berlusconi
che vien dalla sentenza sputtanato,
pur senza la condanna alle prigioni.
La storia è vecchia ormai quanto Noé,
gli amici suoi finiscono in galera,
ma con le leggi fatte far per sé,
la cella per lui resta una chimera.
Il primo grado dice che l’inglese
ha fatto tricky corners per i quali
seicentomila dollari si prese
dal Cavaliere in vena di regali.
Un anno fa a Bruxelles ha assicurato:
“Su tutti i cinque figli qui vi giuro
che non conosco Mills, quell’avvocato.
Se ciò non fosse vero, vi assicuro,
lascerei la politica e l’Italia…”
Ora risulta che il legale inglese
con i suoi tricky corners tenne a balia
del Cavaliere le illegali imprese:
le società offshore del gruppo B,
centrifughe di soldi un po’ fané,
di capitali un po’ così e così
che in breve diventavano dané
puliti, lindi, sterili, eccellenti
per finanziare il parto del Biscione,
per pagare a Bettino le tangenti,
per consentir la partecipazione
a abusivi controlli societari
come la Telepiù e la Telecinco,
per scalare colossi leggendari
e in Rinascente e Standa dire: vinco!,
per dare a Previti qualche quattrino
per lo squillante giudice di Roma,
in Mondadori e Sme un po’ birichino
in favore dell’uomo con la chioma.
Ora che tutto questo in primo grado
risulta un’agghiacciante verità,
Berlusconi scatena il suo tornado,
vantando un’assoluta castità:
“E’ proprio scan-da-lo-sa la sentenza
pubblicata in campagna elettorale
da Nicoletta Gandus che è l’essenza
di giudizio fazioso e non neutrale.”
Tirato in viso, pallido e scomposto,
con girocollo black sotto la giacca,
si dice assai sereno, un tipo a posto:
“Son qui che mando avanti la baracca
come da volontà degli elettori
e non rinuncio al lodo certamente,
poiché qui debbo far mille lavori.
Quando il tempo ne avrò, naturalmente,
in Parlamento andrò, non per spiegare,
ma per parlar della Magistratura
e ricordare che mi fa infuriare
chi sostiene che il lodo è una jattura,
come dir che non sono Berlusconi!
Assoluzione certa ci sarà,
ve lo confesso senza esitazioni,
quando l’Appello un giorno arriverà!
Son puro come sono puri i gigli, -
conclude la sua arringa il Cavaliere -
lo giuro sulla testa dei miei figli!”
Signore, se ci sei, fatti vedere!
per la motivazion della sentenza
che narra Mills, legal molto devoto,
corrotto a quanto par da Sua Indecenza.
Finalmente qualcuno lo ha incastrato,
con il lodo si salva Berlusconi
che vien dalla sentenza sputtanato,
pur senza la condanna alle prigioni.
La storia è vecchia ormai quanto Noé,
gli amici suoi finiscono in galera,
ma con le leggi fatte far per sé,
la cella per lui resta una chimera.
Il primo grado dice che l’inglese
ha fatto tricky corners per i quali
seicentomila dollari si prese
dal Cavaliere in vena di regali.
Un anno fa a Bruxelles ha assicurato:
“Su tutti i cinque figli qui vi giuro
che non conosco Mills, quell’avvocato.
Se ciò non fosse vero, vi assicuro,
lascerei la politica e l’Italia…”
Ora risulta che il legale inglese
con i suoi tricky corners tenne a balia
del Cavaliere le illegali imprese:
le società offshore del gruppo B,
centrifughe di soldi un po’ fané,
di capitali un po’ così e così
che in breve diventavano dané
puliti, lindi, sterili, eccellenti
per finanziare il parto del Biscione,
per pagare a Bettino le tangenti,
per consentir la partecipazione
a abusivi controlli societari
come la Telepiù e la Telecinco,
per scalare colossi leggendari
e in Rinascente e Standa dire: vinco!,
per dare a Previti qualche quattrino
per lo squillante giudice di Roma,
in Mondadori e Sme un po’ birichino
in favore dell’uomo con la chioma.
Ora che tutto questo in primo grado
risulta un’agghiacciante verità,
Berlusconi scatena il suo tornado,
vantando un’assoluta castità:
“E’ proprio scan-da-lo-sa la sentenza
pubblicata in campagna elettorale
da Nicoletta Gandus che è l’essenza
di giudizio fazioso e non neutrale.”
Tirato in viso, pallido e scomposto,
con girocollo black sotto la giacca,
si dice assai sereno, un tipo a posto:
“Son qui che mando avanti la baracca
come da volontà degli elettori
e non rinuncio al lodo certamente,
poiché qui debbo far mille lavori.
Quando il tempo ne avrò, naturalmente,
in Parlamento andrò, non per spiegare,
ma per parlar della Magistratura
e ricordare che mi fa infuriare
chi sostiene che il lodo è una jattura,
come dir che non sono Berlusconi!
Assoluzione certa ci sarà,
ve lo confesso senza esitazioni,
quando l’Appello un giorno arriverà!
Son puro come sono puri i gigli, -
conclude la sua arringa il Cavaliere -
lo giuro sulla testa dei miei figli!”
Signore, se ci sei, fatti vedere!
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